INTERVISTA DEL SIGNOR UMBERTO BISCEGLIE, PUBBLICATO SU "WORK DOGS" n 92 ANNO 12 n 4 DEL 2000.

Articolo tratto da "Inchiesta sul prognatismo", a cura di Giorgio Rossi, coordinamento Fabrizio Bonanno.

Io sono nato con i Cani Corsi; già mio nonno li possedeva da quando è nato, perché nella nostra famiglia si è sempre praticata la libera pastorizia. Il Corso in questo contesto fungeva da guardiano e conduttore del bestiame e al tempo stesso era difensore della proprietà. Attualmente posseggo una mandria di 400 mucche allo stato brado. Il Corso di una volta non era quello che vedo ora nelle esposizioni. Ciò deriva dal fatto che è stato ingentilito e "inboxerato".
Umberto Bisceglie cane corso Il cane corso di 20 anni fa pesava dai 55 ai 65 kg e l'altezza al garrese andava dai 65 ai 70 centimetri. Il tronco stava al rettangolo quasi un quinto in più rispetto all'altezza al garrese. Questi cani dovevano avere una forte spinta al posteriore e possedevano una chiusura dentale a tenaglia.Avevano muso corto, massetteri potenti e stop pronunciato.
La chiusura a tenaglia era sicuramente più funzionale in quanto il cane doveva poter bloccare un vitello 7/8 quintali(20 annifà): oggi che le razze sono migliorate si arriva anche a 11/12 quintali. Se avessi avuto la chiusura prognata, si sarebbe attaccato solamente al cuoio. Per poter bloccare una bestia di queste dimensioni, se punta da un tafano ( insetto volatile della puntura dolorosa), o chiusa in un recinto per la marcatura, occorreva un morso capace di provocare un dolore lancinante, dovuto alla perforazione della cotenna spessa anche 2/2,5 cm.
Ciò è possibile solo con una chiusura a tenaglia. A questo proposito, quando si selezionano i cuccioli, si adottava il criterio di scegliere quelli più vitali, più ubbidienti e duttili ai comandi. La cagna si faceva accopiare solo a 5 o 6 anni e questo per avere un'unica coppia di costituzione. La pelle del corso era molto spessa e dura ed aveva il doppio forte pelo che fungeva da protezione per il gelo invernale e per il caldo estivo contro la disidratazione.
I cani attuali hanno una pelle molto sottile senza presenza del caratteristico doppio sottopelo. Ho verificato che sbattendo le mani all'improvviso, molti soggetti scattano e vanno a nascondersi in cuccia, cosa che un buon Corso, acquistato per la difesa della persona e della proprietà, non dovrebbe fare: deve anzi reagire in maniera impetuosa e costituire un forte deterrente per qualunque nemico o avversario.
Con l'occasione, voglio rendere noto quanto tramandato da mio nonno e dai vecchi Massari sull'origine del corso che si perde nella notte dei tempi. Esso nasce dall'incontro di due civiltà: una era quella agricola dei piccoli contadini feudatari di Federico Barbarossa che avevano le aziende nel basso tavoliere Pugliese. zona malarica e possedevano il cosiddetto "cane e presa", antico progenitore del Mastino Napoletano, chiamato anche "cane dei Lanternai" che aveva un peso di 60/ 65 chilogrammi.
L'altra era quella dei pastori transumanti dei Signori dell'Aquila e facevano Capo a Opi e venivano a svernare nel basso Tavolierepugliese: costoro avevano un grosso cane denominato "antico molosso abruzzese" (che non aveva niente a che vedere con il Maremmano Abruzzese); e pesava all'incirca 65/70 kg, aveva un muso corto e un'altezza al garrese di 70/75 cm. Era dotato di potenti massetteri, fortissima tempra e di un carattere spaventoso. Affrontava al Gran Sasso orsi e lupi.
Dall'incontrodi queste due culture (e queste due razze di cani) fu selezionato "l'Antico Corso" che purtroppo nulla ha a che vedere con odierno corso, sia per carattere, che prestazioni o pura funzionalità.