CHI SIAMO


Mi chiamo Maurizio Marziali, provengo da una famiglia di agricoltori e sono cresciuto a stretto contatto con la tipica realtà rurale dell'entroterra marchigiano. Ho così potuto osservare direttamente le varie tipologie canine da utilità e la loro funzionalità, constatando, in prima persona, l'inesorabile erosione degli ultimi barlumi della realtà contadina, ormai svuotata dei suoi significati più autentici a causa dello sviluppo industriale prima e della globalizzazione poi.

Anche il patrimonio cinognostico, come tutto quello che concerne la realtà rurale e agropastorale, ha risentito di tale processo, subendo un forte ridimensionamento, a causa del venir meno delle necessità d'uso: le coltivazioni intensive volte alla mera produzione industriale hanno sostituito la pastorizia, una tipologia di produzione primaria, che non si acconciava più alla produzione di massa e alle sempre maggiori esigenze di mercato.

La migrazione delle popolazioni contadine verso i grandi centri urbani, ha portato alla svuotamento delle campagna e delle masserie, che, incentrate sull'organizzazione patriarcale della famiglia, costituivano il fulcro della produzione dei beni primari, produzione alla quale faceva seguito l'esigenza di varie tipologie canine da lavoro: -Cani da pastore, nelle due varianti di custodi (mastino abruzzese, cane di Mannara, cane corso, dogo sardesco, pastore fonnese, etc) e conduttori (paratore italiano, pastore bergamasco,volpino, pumetti, etc)

-Cani da guardia indispensabili nell'isolamento campestre in qualità di avvisatore (volpino – pometto) e “dissuasore attivo” nei confronti degli intrusi (cane corso-mastino)

-Cani da caccia utilizzati allo scopo di incrementare le risorse alimentari e contemporaneamente eliminare animali selvatici potenzialmente deleteri (braccoidi, levrieri, stravieri)

-Piccoli cani utilizzati per la derattizzazione, necessari nei depositi di granaie (tipo volpino)

Conscio della svalutazione e dell'erosionme del patrimonio cinognostico nostrano e consapevole dell'imminente sua irrimediabile compromissione causata del mutare delle condizioni socio-economiche e quindi produttive, insieme ad un gruppo di utilizzatori e appassionati di cani italiani da utilità abbiamo deciso di adoperarci unendo le nostre risorse, per salvaguardare ciò che è sopravvissuto ancora intatto e ci è stato tramandato, attuando un ambizioso progetto.

Da qui la nascita dell'allevamento DicasaMarziali, che si è sviluppato in “centro allevatoriale” in quanto punto di aggregazione e riferimento di diversi appassionati, nonché proprietari e utilizzatori di cani corso, mastino abruzzese, mezzocorso e cani paratori , i quali spesso ci hanno onorato e continuano ad onorarci della loro fiducia, affidandoci parte del loro patrimonio cinognostico, rappresentato da soggetti di alto valore zootecnico in loro possesso, perché potessimo preservarlo e migliorarlo. Da parte nostra, contraccambiamo affidando loro i soggetti della nostra selezione, affinchè vengano reinseriti nei loro contesti funzionali - tradizionali.

Il nostro progetto, consiste appunto nel convogliare le migliori risorse dell'antico patrimonio cinognostico del nostro paese in mano ai tradizionali utilizzatori con parametri ben determinati, al fine di preservare e valorizzare questa preziosa eredità che la storia ci ha tramandato.

Tale finalità non può prescindere dall'esercizio della funzione tradizionale dei nostri cani, ma neanche da una profonda consapevolezza da parte dei tradizionali utilizzatori con i quali abbiamo, a tal fine, avviato reciproche collaborazioni, sviluppando cosi una metodologia di allevamento funzionale a “percorso biunivoco”: con ciò vogliamo intendere un metodo di allevamento “a generazioni alternate", basato sull'inserimento in allevamento di soggetti rustici provenienti dal mondo utilitaristico ( dalla pastorizia, le masserie e gli allevamenti zootecnici), dove torneranno poi i loro discendenti, per essere testati sul campo.

Lo scopo primario è di mantenere ancora funzionali determinate linee di sangue, evitare dispersione o inquinamento di patrimonio genetico, facilitare l'arricchimento del patrimonio genetico stesso, che altrimenti, venute meno le tradizionali circostanze di incontro (ad esempio la transumanza, durante la quale si verificavano accoppiamento programmati o spontanei), perderebbe quella variabilità genetica utile alla preservazione in salute e tipo. Inoltre, scopo non meno importante e derivato dalla particolare metodologia di allevamento, è quello di diffondere, attraverso l'affidamento a persone sensibili e consapevoli del valore cinognostico dei soggetti, un sempre crescente numero di cani utili e ben selezionati, che daranno visibilità positiva alle razze in questione.

Voglio ringraziare quelle persone che hanno contribuito alla mia conoscenza del cane, in particolare in materia di storia, funzione, comportamento, genetica e salute, nei contesti più svariati in cui è funzionale, i cosiddetti utilizzatori pratici, gente spesso proveniente dall'ambiente agropastorale, rurale, pastori, allevatori e detentori storici di questi cani, i quali spesso mi hanno onorato della loro fiducia consentendomi di scambiare con loro patrimonio genetico, appassionati, studiosi, genetisti, ricercatori, storiografi, che mi fanno partecipe delle loro conoscenze, gli amici veterinari che condividono con me gioie e dolori, successi e momenti cruciali e tutti gli altri malati di cinofilia con i quali ho l'onore di percorrere questo percorso, condividendo esperienze, notizie, scambiando opinioni, confrontandoci, seppur a volte nelle nostre diversità, ma comunque sempre con schiettezza, supportandoci vicendevolmente, accomunati dalla comune malattia del "cane utile".